Buona scuola: iniziare l’anno scolastico senza patologie

Rilanciamo l’articolo di Tuttoscuola news di gennaio che richiama attenzione ad una criticità forte che avevamo già evidenziato tempo fa, consegnando all’allora sottosegretario Reggi un documento di denuncia e richiesta per bloccare gli aggiornamenti delle graduatorie degli insegnanti in corso anno (Vedi https://www.coorcoge.bergamo.it/wp/?p=1723). E’ anche il primo punto segnalato come Coor.Co.Ge. durante l’incontro con il prof. Morzenti durante il dibattito sulla buona scuola, che passa da un’organizzazione coerente

La Redazione

La patologia della irregolarità di avvio dell’anno scolastico mina la continuità didattica

C’è una questione non trattata nel documento governativo sulla Buona Scuola, ma che vorremmo venisse comunque realizzata come una delle condizioni prioritarie per assicurare il funzionamento di una buona scuola: la regolarità di avvio dell’anno scolastico.

Organico funzionale? Stabilizzazione dei precari? Riconoscimento del merito professionale? A cosa servirebbero questi nobili obiettivi di innovazione del sistema scolastico se restasse come male cronico, come patologia insanabile, la precarietà dell’inizio dell’anno scolastico, che si protrae da decenni quasi ovunque per due-tre mesi almeno minando in moltissimi casi la continuità didattica?

È vero che ogni anno tra novembre e dicembre questa precarietà lentamente si dissolve e quasi ovunque torna la regolarità, ma nel frattempo quasi un terzo dell’anno scolastico se n’è già andato.

Questa precarietà è data, soprattutto, da tardive assegnazioni di insegnanti e dal subentro degli aventi diritto che scalzano i supplenti già nominati.

E la formuletta della nomina di “supplenza fino all’avente diritto” è l’espediente usato per coprire i ritardi delle procedure amministrative.

Conseguentemente, in attesa di disporre del pieno organico stabilizzato, in molte scuole secondarie funziona l’orario provvisorio per almeno un mese (a volte due). Mentre in molte scuole primarie e secondarie funziona l’orario ridotto (a volte anche a ottobre inoltrato).

La precarietà prolungata dell’avvio dell’anno scolastico, caratterizzata da docenti con la valigia e dal balletto dei supplenti, fa comprensibilmente infuriare i genitori degli alunni e disorientare i capi d’istituto, sconsolati e impotenti di fronte al “carosello” degli insegnanti, ma viene ormai accettata con rassegnazione come una questione di ordinaria normalità, mentre invece è la conseguenza di una disfunzione imperdonabile del sistema scolastico italiano.

E in questo modo il diritto degli alunni viene subordinato ai riti delle procedure e agli interessi del personale. Si può cambiare? Si deve!

 

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