Formazione affettiva e sessuale
Seguiremo con molta attenzione l’evoluzione della prima esperienza di formazione affettiva e sessuale con metodologie connesse alla peer education (gli studenti e le studentesse, affiancati da adulti facilitatori formati, leggono, analizzano, confermano o rivedono la propria Cultura sugli affetti e sulla sessualità). Questa caratteristica dell’identità personale (non della famiglia, non della scuola o della società, ma della Persona) non ha bisogno di ossessioni, di paure terrorizzanti, di silenzi assordanti, di urla ideologiche, mentre figli e figlie sono immersi in un brodo subdolamente precocemente sessualmente adultizzante in cui rischiano di perdersi perchè nessuno ascolta, si prende cura, guarda, affianca, rispetta, aiuta a discernere, offre esempi e messaggi positivi anche nelle differenze.
Emergenze ed allarmi a sfondo sessuale
Cyberbullismo, omofobia, femminicidio, stupri, pedofilia… sono la punta dell’emergenza sociale che ci fa muovere e allarmare, ma sotto questi fenomeni ci sta un mare di esperienze e vicende vissute da ragazzi e ragazze in solitudine, di rischi corsi o evitati solo casualmente, di svuotamento dei valori in cui ci si riconosce, di fatiche nelle relazioni, di formazione superficiale o distorta che i figli e le figlie attraversano spesso senza bussola.
L’educazione è compito della famiglia, ma a volte è necessario offrirne occasione ai ragazzi e alle ragazze nonostante la famiglia.
Dove, se non a scuola?
Il decreto Buona scuola dice “si assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119″ (quella contro femminicidio, stalking, violenza domestica…)
Le linee guida OMS per standard europei
Si fa un gran parlare delle linee guida OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) che risalgono al 2010, estrapolando parti di contenuti che stanno dentro una visione europea dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, capaci di agire responsabilmente e rispettosamente verso se stesse/i e verso le/gli altre/i.
Ecco i due documenti OMS e Unione Europea:
Standards europei per l’educazione alla salute
Guida alla realizzazione dell’Educazione alla Salute secondo gli standard europei
Un percorso contro il bullismo omofobico
propone l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni che segue per il Dipartimento delle Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri le politiche attive contro tutte le discriminazioni e per i diritti) per un percorso contro il bullismo omofobico:
Per educare alla diversità_primaria
Per educare alla diversità_scuola media
Per educare alla diversità_superiori
ISTAT_report sull’omofobia in Italia 2012
Cosa ne dicono le associazioni genitori
AGE chiede di fermare la strategia educativa suggerita da UNAR “in nome del rispetto del ruolo dei genitori nell’educazione dei figli, anche quella sessuale e all’affettività, riconoscendone il loro diritto prioritario, così come stabilito dalla Costituzione italiana (art. 26) e dalle carte internazionali. Ogni ‘strategia’ educativa, soprattutto se di rilievo nazionale, dovrebbe rispettare sia nella modalità di elaborazione e diffusione sia nei contenuti questo diritto fondamentale, evitando il contrasto con le ‘convinzioni religiose e filosofiche’ dei genitori. A scuola l’azione educativa per legge deve essere uniformata a due principi, quello di sussidiarietà e quello di subordinazione. In altri termini, a scuola è obbligatorio rispettare il diritto-dovere dei genitori di educare i figli, che è insostituibile e che lo Stato deve sostenere, ed è obbligatorio che l’intervento della scuola sia soggetto al controllo da parte dei genitori”.
Vedi http://www.age.it/scuola-petizione-online-no-al-gender-in-classe-2/
CGD pensa invece che lo Stato abbia intrapreso una giusta strada per dare sostanza al suo ruolo “di contrasto a ogni forma di razzismo e discriminazione. Non servono piani di azioni straordinari, bensì un impegno continuativo e concreto nella costruzione di un clima di rispetto, accettazione e inclusione delle persone, degno di una società civile e democratica. Anche i genitori devono poter svolgere un ruolo cruciale nella diffusione di una seria campagna informativa volta al superamento degli stereotipi di genere e all’affermazione di una vera cultura del rispetto e delle differenze.”
La Redazione