È ancora possibile una intenzionalità educativa nella città oppure è tutto casuale, dipende dai soggetti che capitano? Intorno all’infanzia, all’adolescenza e all’età
giovanile è diffuso un pensiero che oscilla dalla sacralizzazione al compatimento, dalla demonizzazione alla patologizzazione… la vita di bambini e ragazzi è diventata una corsa continua, a mostrare e dimostrare, senza mai un esordio sociale vero, senza poter incidere mai nel mondo, senza contare nulla fra gli adulti. Eppure crescono, fanno scelte, sperimentano: quali sono allora le esperienze trasformative, i luoghi dove è ancora possibile sentire di diventare grandi? E come questo sta avvenendo, qual è il nuovo romanzo di formazione che i ragazzi stanno scrivendo, nonostante gli adulti, le istituzioni, la crisi, ecc.? (S. Laffi, Crescere nonostante)
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La Redazione