Aggiornamento tema disabilità: lavori in corso
Il 4 gennaio c’è stato un incontro organizzato come Sportello Genitori (presenti CoorCoGe, AGE, CGD) con la prof. Giannellini per approfondire la situazione in base ai quesiti inerenti il tema dell’integrazione degli alunni con disabilità.
Abbiamo avuto una prima immersione nella situazione, densa di informazioni, interessante, aperta, ancora non esaustiva: ci ritroveremo
In una situazione a macchia di leopardo nelle scuole bergamasche, non ci si è nascosti che esistono molte criticità che si trovano ad essere maggiormente evidenti nel contesto di fatiche complessive della scuola. Su alcune da tempo si sta lavorando per porre rimedio (almeno a quelle maggiormente penalizzanti e almeno a livello locale)
Alcune analisi e proposte sono già state elaborate dal Gruppo di lavoro H (GLH) dell’ufficio scolastico e devono armonizzarsi con le proposte delle altre istituzioni, come la provincia (coinvolta la formazione professionale, ad esempio) per diventare linee operative e interventi provinciali.
La “catena” delle linee di indirizzo e delle indicazioni operative parte dalla Regione (GLIR), prosegue a livello provinciale (GLIP) e territoriale (CTRH, con compiti anche di consulenza per scuole e famiglie e di individuazione delle Risorse) Ogni organismo mette in rete (è composto da) più istituzioni, scuola, enti locali,ASL, operatori, associazioni
Insomma un bel rebus per definire e coordinare scelte e interventi secondo qualità, efficacia e tempi ragionevoli perché gli interessati non ne siano penalizzati.
Il primo passo, già a buon punto, consiste nell’unificare almeno i modelli e la tempistica per la compilazione della diagnosi funzionale, poi si vuole intervenire sul passaggio della documentazione da un ordine di scuola all’altro (a volte si invoca inopportunamente la privacy…)
“Funzionale” significa che non solo esprime una diagnosi, ma descrive nei diversi campi (ad es. competenza nel linguaggio, capacità di relazione, autonomia…) i punti di forza e di debolezza della persona disabile. Questo è fondamentale per la scuola perché con questi elementi riesce meglio a costruire il PEI, ossia il progetto educativo individualizzato.
Punto fondamentale: il PEI viene formulato dal GLH operativo, composto dal consiglio di classe, dall’insegnante di sostegno e dall’assistente educatore, dal neuropsichiatra (per la parte appunto di sviluppo di obiettivi a partire dalla diagnosi funzionale) e DALLA FAMIGLIA, che lo CONDIVIDE e lo firma.
La qualità di questo passaggio sta proprio nella qualità della riflessione sottostante su quei punti di forza e di debolezza per definire obiettivi di potenziamento, costruzioni di competenze, guardando al futuro, in un vero e proprio progetto di vita. Non dovrebbe contenere solo obiettivi didattico-educativi, ma cercare di lavorare al massimo sulle competenze per la vita, per il futuro, per il dopo la scuola. Questo può essere indicato nelle linee guida e dal progetto generale che viene definito dal gruppo di lavoro di istituto (GLHi) e indirizza i Consigli di Classe e i GLHo. Dovrebbe trovare spazio nel POF e dai primi riscontri al questionario fornito da noi pare di sì
Da ultimo abbiamo toccato lo spinoso nodo delle nomine tardive e della mancanza di continuità delle esperienze anche quando l’insegnante ha maturato una specifica competenza e formazione: problema sindacale, ma anche di politica scolastica, su cui è possibile (doveroso) pensare di muoversi. In modo ponderato, possibilmente con vaste alleanze e non ognuno per sè, per non sprecare sterilmente le giuste recriminazioni che qui e allo sportello sono giunte e sperare in un cambiamento mirato delle norme o nell’adozione di deroghe, almeno a livello locale (non so quanto ‘locale’, se provinciale o regionale, perché tutto –o molto- si muove a livello di regione anche in questo campo).
Ci troveremo ancora più avanti, per analizzare i dati dell’integrazione scolastica (che verranno presentati anche in un convegno in Università il 18 gennaio prossimo) e predisporre materiale documentale ragionato ed essenziale da mandare ai comitati genitori. Una buona integrazione/inclusione, infatti, consente lo sviluppo di una nuova impostazione delle relazioni, una migliore cura progettuale individualizzata e personalizzata che va a favorire tutte le situazioni di difficoltà e disagio che non sono disabilità, ma esprimono bisogni educativi speciali e necessitano di risposte adeguate. Siamo pienamente nel campo del successo formativo.
Al momento quindi costruiremo con l’ufficio scolastico:
– informazione sui dati relativi al tema, possibilmente nella sua evoluzione di alcuni anni (almeno tre)
– un glossario dei termini e degli acronimi in uso, utile non solo per le famiglie con alunni disabili ma anche per i comitati genitori
– una tabella ragionata dei vari passaggi e interventi nelle varie fasi scolastiche (gli atti, le responsabilità e le competenze, a chi rivolgersi, possibilmente i tempi, i riferimenti normativi)
– una richiesta alla provincia per accelerare i lavori per la predisposizione delle linee guida provinciali
– una lettura delle criticità, per poi ipotizzare percorsi che ne ricerchino e ottengano l’attenuazione o la cancellazione (non da soli, non come Sportello, ma allargando la platea di chi vuole spingere il cambiamento per dare all’integrazione e all’inclusione la possibilità concreta di realizzarsi al meglio)
La Redazione