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Durante un “Viaggio della Memoria” al “Museo Monumento al Deportato” di Carpi e alla “Fondazione Villa Emma” di Nonantola nasce, nell’aprile del 2015, all’interno di due classi di giovani studenti di terza media di Nembro, l’idea di costituirsi in gruppo con lo scopo di mantenere vivo l’impegno civile su temi importanti come la memoria storica del nostro passato, la difesa dei diritti umani, la lotta contro le mafie per la legalità e la giustizia, l’importanza della cittadinanza attiva.Il gruppo decide di intitolarsi “NonSpezziamoilFilo. I ragazzi di NonSpezziamoilFilo ci propongono una mostra per la Giornata della Memoria 2016 che non ricordi solo la catastrofe della Shoah, ma anche altre tragedie della storia recente e recentissima, dal genocidio degli armeni fino agli scontri etnici nell’ex Jugoslavia, dall’apartheid fina alla guerra in Siria e al dramma dei profughi e dei migranti, passando per storie poco conosciute, come quella di Holodomor o del genodicio cambogiano. Accanto alla memoria del male – memoria dolorosissima ma necessaria – essi hanno tuttavia voluto cercare anche le testimonianze di bene, ispirati in questo dalla figura di Moshe Bejski, uno dei bambini salvati da Oskar Shindler, che decise di andare alla ricerca di quei “Giusti” che sono stati artefici di storie di salvezza o di coraggiosa denuncia, opponendosi alla “banalità del male” e riuscendo a “restare umani”. I ragazzi hanno aperto lo sguardo, sia nell’osservare il male, sia nel rintracciare testimonianze di coraggio civile, al di fuori della vicenda della Shoah, raccogliendo così la provocazione di Shadi Hamadi, giornalista e attivista di origine siriana, il quale afferma che non avrebbe senso celebrare retoricamente il Giorno della Memoria, per poi “tornarcene al calduccio nelle nostre case”, dimenticando cosa sta accadendo attorno a noi, qui e ora.
Mostra fino al 13 febbraio, visita serale guidata dai ragazzi il 5 febbraio, come specificato nella locandina
La Redazione